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"Dite:
E' faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
Perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca. E' piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all'altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
(Janusz Korczak: "Quando ridiventerò bambino")
Da sempre amo i bambini e mi piace frequentarli, condividendo appieno le parole dello scrittore.
Nel mio studio, c'è una stanza tutta per loro, con scaffali pieni di giochi e colori, un tappetone per terra, piccole sedie e tavolino, un cavallo a dondolo d'altri tempi, bambole, pupazzi e marionette.
In questo contesto mi occupo di bambini più o meno piccoli, dai tre anni alla pre-adolescenza.
La prassi che seguo, nel lavoro con l'infanzia, prevede uno/due incontri iniziali con i genitori, per farmi presentare la situazione ed effettuare una prima raccolta anamnestica.
Dopo il primo colloquio si stabilisce se sia opportuno incontrare il bambino oppure se sia possibile proseguire con un sostegno alla genitorialità.
Col bambino sono necessari dai quattro ai sei colloqui psicodiagnostici, in cui utilizzo il gioco ed il disegno per capire, insieme al mio piccolo cliente, che cosa ci sia all'origine dei problemi che hanno fatto sì che i genitori si rivolgessero a me.
Le problematiche possono essere molto varie, dal comportamento ai capricci, dai disturbi del sonno a quelli dell'alimentazione, dal rendimento o la condotta scolastica a difficoltà relazionali e personali in ambito familiare, amicale, sportivo ecc.
Questi sono i "sintomi"... A me piace considerarli come "doni" (cit. dr.ssa Mariella Giusti), perchè senza queste manifestazioni il disagio che il bambino vive, anzichè esprimersi all'esterno, si imprimerebbe dentro, nel cuore e nell'anima.
Per lavorare al meglio spesso è utile creare una rete, comprendente oltre ai genitori, anche gli insegnanti, il pediatra e altre figure significative per il bambino (es. allenatori sportivi ecc.): la rete è una risorsa e può diventare al tempo stesso rete di salvataggio e contenitore adeguato per i disagi del bambino.
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